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Gli Occhiali d’Oro: Ferrara tra Cinema, Letteratura e Memoria Storica

  • Writer: michele Grimaldi
    michele Grimaldi
  • Aug 23
  • 3 min read

Ferrara è una di quelle poche città che da secoli ispira scrittori, pittori e registi fungendo al contempo da musa, da sfondo narrativo e da cornice delle loro opere. Le sue strade silenziose, le mura rinascimentali, i palazzi severi e le atmosfere rarefatte fanno di questo luogo un vero e proprio laboratorio creativo. Tra le opere che hanno saputo raccontarne l’anima, un posto speciale spetta sicuramente a Gli Occhiali d’Oro, film del 1987 diretto da Giuliano Montaldo e tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Bassani.

Giorgio Bassani e la Ferrara della Memoria

Giorgio Bassani è senza dubbio da annoverare tra gli autori che meglio hanno saputo trasformare Ferrara in un simbolo letterario. Nei suoi romanzi e racconti – da Cinque storie ferraresi al celebre Il giardino dei Finzi-Contini – la città si fa teatro di vicende intime e collettive, illuminate dalla luce struggente della memoria.

Ne Gli Occhiali d’Oro (pubblicato nel 1958), Bassani narra l’incontro di due solitudini nella Ferrara degli anni Trenta: quella di un giovane intellettuale ebreo, emarginato a causa delle leggi razziali, e quella del dottor Fadigati, stimato otorinolaringoiatra la cui omosessualità lo condanna all’isolamento sociale.

Il film di Giuliano Montaldo (1987)

Quasi trent’anni dopo l’uscita del romanzo, Giuliano Montaldo porta sul grande schermo questa storia universale di esclusione e dignità. Interpretato da Philippe Noiret, Ruud Gullit, Rupert Everett e Valeria Golino, il film restituisce con forza visiva l’atmosfera sospesa della Ferrara degli anni ’30.

Le piazze, i vicoli e le mura diventano cornice di un dramma intimo e collettivo, in cui la città non è semplice sfondo ma personaggio silenzioso, portatore di memoria. Le sequenze girate lungo Corso Ercole I d’Este o nei pressi del Castello Estense offrono agli spettatori immagini potenti, che proiettano Ferrara nel firmamento del Grande cinema internazionale.

Ferrara: una città che muove, che respira e che ispira l’arte

Gli Occhiali d’Oro si inserisce in un filone più ampio di opere cinematografiche dedicate a Ferrara. Basti pensare a Il giardino dei Finzi-Contini (1970) di Vittorio De Sica, anch’esso tratto da Bassani e vincitore dell’Oscar, oppure a film più recenti che hanno scelto la città come location per il suo fascino discreto e senza tempo. Tra i titoli più conosciuti e apprezzati vale la pena citare:.

L’orto americano – di Pupi Avati (2023)

Manipulation – di David Balda (2023

Rosa Elettrica – serie Sky (2024)

Le Bambine  (Mosquitos)– di Nicole e Valentina Bertani (2025)

L’isola degli idealisti – di Elisabetta Sgarbi (2025)

Questa continuità artistica rende Ferrara una destinazione unica per chi ama viaggiare alla scoperta dei luoghi che hanno ispirato letteratura e cinema. Passeggiare per le vie deserte all’ombra delle mura significa rivivere le atmosfere sospese che hanno colpito scrittori e registi di tutto il mondo, in più epoche e in modo diverso.

Visitare Ferrara non significa soltanto ammirare i capolavori rinascimentali o i tesori dei musei, ma anche calarsi in una dimensione narrativa che intreccia storia e arte. Dai versi di Ludovico Ariosto ai romanzi di Giorgio Bassani, dai dipinti metafisici di Giorgio de Chirico ai film “cult” di De Sica e Montaldo, Ferrara continua a essere un luogo in cui la creatività trova radici profonde e inesauribili.


Per il viaggiatore attento e curioso, seguire le tracce di Gli Occhiali d’Oro significa entrare in contatto con l’anima più intima della città: una bellezza elegante, silenziosa, carica di memoria.

Ferrara città-set

Riassumendo, Ferrara non è dunque soltanto patrimonio UNESCO e scrigno rinascimentale, ma negli ultimi anni è diventata anche un set cinematografico vivo e sorprendente. Le sue mura, i quartieri popolari, i palazzi storici e le rive del Po hanno ospitato registi e troupe, restituendo alla città un ruolo da protagonista sia sul grande che sul piccolo schermo.


Dai paesaggi urbani scelti dalle sorelle Bertani per il film Le Bambine (Mosquitoes), in concorso al Festival di Locarno 2025, alle atmosfere gotiche evocate da Pupi Avati ne L’orto americano, Ferrara si offre al cinema come un luogo in cui convivono memoria storica e contemporaneità.


Anche le serie TV hanno scoperto la sua magia: Sky ha ambientato in città Rosa Elettrica, thriller con Maria Chiara Giannetta, trasformando piazze e palazzi in scenari di tensione. E se il Po è diventato lo sfondo per L’isola degli idealisti di Elisabetta Sgarbi, gli scorci più insoliti hanno dato vita alle riprese di Manipulation di David Balda.


Oggi chi visita Ferrara non incontra soltanto la bellezza rinascimentale amata da Ariosto e Bassani, ma può anche passeggiare tra luoghi che hanno offerto lo spunto e fatto da cornice al cinema d’autore contemporaneo. Ferrara rappresenta dunque un’occasione unica per vivere la città con occhi diversi, seguendo le tracce di registi e attori che ne hanno celebrato fascino e mistero.

 

 
 
 

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