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"A Casa di Maica" vista con gli occhi - e percepita con la sensibilità - del poeta Silvestro Neri

  • Writer: michele Grimaldi
    michele Grimaldi
  • Jul 15
  • 2 min read
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A CASA DI MAICA


Un cancello separa dalla strada il mistero di questa dimora...


L’erba spontanea ricopre il suo giardino, alcuni rampicanti sui rami del fico, altri risalgono in fondo quei mattoni, un forno, un incavo che incute segretezza; una tettoia, a lato le sedie, e, muovendo lo sguardo, l’ampia vetrata dove all’interno si intuiscono il tavolo, una corteccia di lucido ciliegio, quadri, fotografie aggrappate alla parete, libri posati senza ordine apparente.


Sosto davanti al portone d’ingresso, separa il mondo da un mondo sconosciuto.

-Michele?

-Benvenuto!

-Posso entrare?


L’oscurità è addolcita da nuvole di luce, e il lampadario, che come luna inganna, sospeso al centro civetta con la scala, agita ombreggiando i mobili all’ingresso, muove la quiete di spazi senza fine. Ceramiche di Capodimonte, bambole senza vita ancora in vita, a destra la cucina, una liana insegue il soffitto, il caminetto nasconde vasi, protegge a lato quello più prezioso.


- A casa di Maica, quasi un enigma...

- Acronimo del nome di mia madre


Capelli già castano chiaro, voce decisa, melanconia negli occhi.


- Possiamo salire al piano superiore, ti guido alle tue stanze.

Scricchiolano i gradini sotto i piedi, pare di udire un lamentio di voci da luoghi in apparenza vuoti, forse il chiaro del giorno alla finestra o il mormorio di tegole di un tempo. Il grande letto campeggia di fronte, cuscini colorati e alla testata la curiosa riproduzione di un babbuino che con lo sguardo benevolo benedice dalla sua icona. Le poltrone austroungariche esplorano il silenzio come due anziane sorelle, il comò sonnecchia, padrone di casa quando è stanco.


- E questa è la sala da bagno, penso ci sia tutto quel che serve.


L’ampio riflette negli specchi, lo spazio-tempo si incurva e ai suoi confini rivela una quinta dimensione. Sono solo fra tante moltitudini, e la parola emessa, senza corpo, è spirito che esprime la sua essenza.


- Non è questa dimora l’allegoria del mondo? Artefice e custode, caro Michele.

Ogni angolo di queste mura accoglie i frammenti dell’oblio: luoghi, viaggi, emozioni, affetti, dolori, relitti, significati, un grande dirigibile gonfiato con gli elementi della vita, sospeso tra la terra e il cielo, immobile tra i venti, a prova di passioni, dei possibili mondi un solo mondo. Conversano il passato ed il presente, senza sapere conosci la tua rotta, la giusta direzione, già, quella segnata da paure, volontà, sete e amore…


- Il caffè è pronto, posso servirti? Se non basta ne preparo dell’altro.


Sparisce, con la velocità di uno spettro in carne e ossa, riappare portando con sé un’aura di stupore, si siede accanto e...


- E adesso conversiamo tra noi maschi, come si usa in Arabia, e apriamo i nostri cuori...


20 Maggio 2025 - Silvestro Neri

 
 
 

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